Chi partecipa all’ecosistema criptovalutario può contribuire con le proprie risorse informatiche a memorizzare e convalidare le transazioni. Per tale contributo, gli utenti hanno la possibilità di compensare le spese di transazione e guadagnare una ricompensa nella criptovaluta sottostante la blockchain. Questo processo è noto come mining, o “estrazione”, e i titolari che lo fanno sono i miners.
Ora, è bene chiarire che non tutte le criptovalute possono essere estratte. Bitcoin e altri famosi asset possono farlo, mentre alcuni altri, come Ripple (XRP), evitano del tutto il mining, perché desiderano una piattaforma che non consumi una quantità enorme di energia nel processo di estrazione; l’uso dell’energia è uno dei problemi con la blockchain, e considerato che diventa sempre più difficile estrarre nuova criptovaluta, l’operazione potrebbe essere addirittura in perdita.
Ma come funziona il mining?
In sintesi, i miners di criptovaluta risolvono enigmi crittografici (via software) per aggiungere transazioni al registro (la catena di blocco, o blockchain) nella speranza di ottenere monete digitali come ricompensa. Si chiama estrazione o mining proprio per il fatto che questo processo aiuta ad estrarre nuove criptovalute dal sistema!
Chiunque, incluso te, può unirsi a questo gruppo. Il computer deve “indovinare” un numero casuale che risolve un’equazione che il sistema blockchain genera, calcolando nel dettaglio molte stringhe di 64 caratteri o hash a 256 bit e verificare con l’equazione per vedere se la risposta è corretta. Ecco perché è così importante avere un computer potente: più potente è il tuo computer, più ha la possibilità di indovinare in pochi istanti, aumentando le probabilità di “vittoria”
Ora, poiché l’estrazione si basa su una forma di “indovinello”, per ogni blocco un diverso miner potrebbe individuare la soluzione e avere così il diritto di aggiornare la blockchain. Grazie alla legge della probabilità statistica, è improbabile che lo stesso miner abbia successo ogni volta.
