Molte volte sentiamo parlare del termine ‘pignoramento presso terzi‘ ma non conosciamo a fondo il significato di questo termine così particolare. Tecnicamente si tratta di un’espropriazione forzata di beni che interessa:
– il pignoramento presso terzi di crediti che il debitore nutre a sua volta presso altri soggetti
– il pignoramento di cose del debitore che sono in possesso di terze persone
La prima procedura di espropriazione è la più frequente ed utilizzata, in quanto la seconda si presenta più particolare e difficile da attuare. Con il termine “cose del debitore che sono in possesso di terzi” si intendono, infatti, cose che non si trovano nell’abitazione del debitore e che quindi non sono alla mercé della sua disponibilità diretta.
In secondo luogo, tali cose sono disponibili presso un soggetto terzo, in quanto per varie ragioni il debitore le ha date in custodia o affidate tale soggetto. Tali cose devono, in ogni caso, essere di proprietà del debitore perché il pignoramento presso terzi di questa tipologia possa avvenire.
La prima soluzione, ovvero il pignoramento presso terzi di crediti del debitore si presenta più semplice ed e immediata da attuare, in quanto il soggetto creditore può conoscere eventuali forme di guadagno del soggetto debitore e quindi agire perché esse vengano mutate nella forma del credito che spetta alla sua persona. In altri termini, il pignoramento presso terzi interessa tutti quei crediti che vengono versati al debitore, sotto forma di stipendio, pensione, crediti derivanti dall’esercizio della libera professione o conti correnti bancari.
Limiti sono stati posti nei confronti del pignoramento presso terzi dalla legislatura italiana, per cercare di tutelare anche il soggetto debitore e di salvaguardare le sue risorse vitali. Una legge ‘chiave’, che interessa il pignoramento presso terzi, è datata Gennaio 2013 e si presenta come la legge di riferimento nel pignoramento presso terzi.