La demenza, come disordine e disturbo di memoria, è cresciuta in tutto il mondo in modo molto rapido, incrementando di uno sbalorditivo 117 per cento tra il 1990 e il 2016. E gli esperti avvertono che potrebbe non esser finita qui, e che la malattia potrebbe più che raddoppiare, passando da 43,8 milioni di casi di due anni fa a 100 milioni entro il 2050.
La Turchia ha avuto il maggior numero di casi con 1.192 malati per 100.000 abitanti nel 2016, seguita dal Brasile con 1.037 casi per 100.000 abitanti. La Nigeria e il Ghana hanno registrato i tassi più bassi, rispettivamente a 397 e 406 per 100.000 persone. Si ritiene che la colpa sia da imputare all’invecchiamento della popolazione, con gli scienziati che puntano il dito contro i crescenti tassi di obesità, il consumo di bevande zuccherate e il fumo.
La ricerca è stata condotta da scienziati di tutto il mondo e condotta da accademici della National Research University Higher School of Economics (HSE) di Mosca.
La demenza è definita come una perdita di memoria e di capacità di pensare che sono abbastanza gravi da influenzare la vita quotidiana di una persona. L’Alzheimer rappresenta tra il 60 e l’80% dei casi, secondo l’Alzheimer’s Association.
Negli Stati Uniti, un ultrasessantacinquenne su dieci persone con più di 65 anni soffre di demenza, mentre 5,7 milioni di adulti di tutte le età convivono con l’Alzheimer. Nel Regno Unito, la demenza colpisce 850.000 persone, come mostrano le statistiche della Alzheimer’s Society.
Oltre ad avere un impatto enorme sull’individuo, la demenza è anche un onere per l’economia. Gli Stati Uniti hanno speso circa 818 milioni di dollari per prendersi cura delle persone affette da demenza solo nel 2015, con un aumento del 35 per cento dal 2010.
