5 cose interessanti da sapere sull’amministratore delegato

Geschftsmann vor BrogebudeSe il vostro sogno nel cassetto è diventare amministratori delegati di una grande azienda, perché vi sentite dei leader in cerca di uno scopo e perché volete mettere alla prova le vostre capacità di problem solving, ecco 5 cose interessanti che dovete assolutamente sapere prima di dedicarvi anima e corpo a questo mestiere.

  1. Cosa studiare per diventare A.D.

Anche se molti considerano quella dell’amministratore delegato più una vocazione e un’attitudine personale che un mestiere, non crediate che non sia necessario studiare. Al contrario, i più grandi amministratori delegati del nostro paese e del resto del mondo hanno conseguito almeno una laurea, hanno seguito corsi di specializzazione e master e spesso hanno fatto dei periodi di apprendistato all’estero, per rendere la loro formazione internazionale e per aggiornarsi.

Un ottimo esempio è il CEO di Pirelli Marco Tronchetti Provera, che si è laureato alla Bocconi di Milano in Economia e Commercio ed è poi andato a Londra a lavorare presso la compagnia di trasporti e logistica P&O, per poi tornare nel Bel Paese e fondare una sua società specializzata nel settore della logistica, la Sogemar. Un bel preludio che lo ha portato alla scalata di Camfin e all’entrata in Pirelli, di cui è anche Vice Presidente Esecutivo.

Che cosa studiare quindi per diventare un amministratore delegato di successo? Chiaramente dipende dall’azienda che andrete a rappresentare, ma i percorsi di studi che rendono più agevole l’avvio di questa carriera sono le lauree in economia e commercio o in giurisprudenza e i master focalizzati sul settore del Business Management.

  1. Cosa fa veramente un A.D.

Molti di voi si chiederanno, ma cosa fa veramente un Amministratore Delegato? In sostanza un A.D. non è altro che un membro del Consiglio di Amministrazione di un’azienda, non necessariamente il suo fondatore né il suo Presidente, anche se opera a stretto contatto con loro, che ha il compito di gestirla e di rappresentarla, sia a livello locale che internazionale.

Tra i suoi compiti fondamentali c’è anche quello di definire la call business aziendale e ideare e programmare le strategie operative per conseguirla, nonché di valutare il lavoro svolto, risolvere eventuali problemi e rimodulare il proprio piano di azione in base ai risultati ottenuti.

L’amministratore delegato è anche un leader e una guida per tutta l’azienda, che oltre a gestire la sua facciata pubblica con l’aiuto dei PR e dei responsabili della comunicazione, si preoccupa che il clima aziendale sia buono e che tutti i collaboratori siano soddisfatti e operativi, interfacciandosi con i responsabili delle risorse umane.

Se pensate che non sia importante l’opinione che i dipendenti hanno del loro CEO, dovete sapere che ogni anno Glassdoor stile una classifica dei CEO più amati dai loro dipendenti: se lavorate bene magari un giorno ci sarete anche voi!

  1. Cosa rischia un A.D.

Considerate le molte mansioni e i molti compiti che ricopre, quello dell’Amministratore Delegato è un lavoro che comporta anche una serie di responsabilità, che possono variare in base al tipo e all’importanza dell’azienda gestita.

Essi possono essere ritenuti responsabili verso la società che dirigono dei danni derivati dall’inosservanza dei doveri imposti dalla legge e dallo statuto societario, che nei casi più gravi possono riguardare la responsabilità civile per “mala gestio” e la responsabilità penale per reati commessi nella gestione.

In generale possiamo dire che gli amministratori sono responsabili della conduzione dell’impresa e del suo operato in senso ampio e, elemento da non trascurare, anche della sua immagine e reputazione pubblica. In questo senso è emblematico il caso dell’ex AD di Uber Travis Kalanick, che si è dovuto dimettere dal suo ruolo, su richiesta dei maggiori azionisti, a seguito di una crisi di reputazione che ha messo a dura prova la sua azienda.

  1. Quanto guadagna un A.D.

Anche se le classifiche dei “Paperoni d’Italia” possono impressionare, risulta chiaro che lo stipendio di un Amministratore Delegato sarà direttamente proporzionale alla grandezza e al successo dell’azienda da lui gestita e potrà crescere in base alle sue performances.

In questo senso risulta interessante uno studio della Mercer, società di consulenza sui temi del capitale umano, che permette di farsi un’idea sugli stipendi dei membri dei Cda delle società presenti nell’indice italiano Ftse Mib, e quindi di società quotate in borsa: stando ai dati raccolti, in media la remunerazione fissa di un A.D. di un’azienda inserita nell’indice Ftse Mib è pari a 1.100.000 euro.

  1. Quanto lavora un A.D.

Da quanto avete letto, si capisce che quello dell’Amministratore Delegato è un lavoro che impegna, sia a livello fisico ma soprattutto a livello mentale.

Tra riunioni di lavoro, missioni, sopralluoghi, viaggi di rappresentanza, lettura di mail e stesura di documenti e comunicati, le giornate di un A.D. durano molto e sono molto impegnative. Forse è anche per questo che i CEO internazionali di successo, come quello della Apple Tim Cook, si alzano prestissimo la mattina, anche prima dell’alba: è forse l’unico modo per sbrigare tutti gli impegni e dedicare del tempo alla propria vita privata e alla propria forma fisica.

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