La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno è una condizione patologica che si caratterizza per la presenza di molteplici interruzioni nella respirazione durante il sonno; tali interruzioni sono causate da un’ostruzione, che può essere parziale o addirittura totale, delle vie aeree superiori.
Popolarmente la condizione è nota come “apnea notturna”, mentre in ambito medico la si indica anche con l’acronimo inglese OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome). Sono più frequentemente gli uomini che accusano questo disturbo; molte donne cominciano ad accusarlo nel periodo post-menopausa.
Vi sono varie condizioni predisponenti all’insorgenza di questa sindrome; fra le principali si ricordano il sovrappeso, l’obesità, l’ostruzione delle vie aeree superiori, setto nasale deviato, l’assunzione di sonniferi e l’abuso di alcolici prima del riposo notturno.
Quando il medico sospetta che un suo paziente sia affetto da sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, lo indirizza verso un servizio di polisonnografia, il gold standard per la diagnosi di questo disturbo.
La terapia consiste nel ricorso a un dispositivo per la ventilazione (terapia CPAP); nei casi più gravi è possibile che venga presa in considerazione l’opzione chirurgica.
Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno: sintomi e segni
Sono vari i segni e i sintomi che caratterizzano la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno e che, se concomitanti, possono far sospettare che un soggetto ne sia affetto. In particolare si ricordano il forte russamento intermittente, la sonnolenza diurna (le apnee notturne ne sono la causa principale), la cefalea mattutina, il sonno frammentato, la gola asciutta al risveglio, la difficoltà nel concentrarsi, l’irritabilità (dovuta essenzialmente a un sonno di cattiva qualità); possono essere presenti anche pressione alta (ipertensione arteriosa) e calo della libido.
La diagnosi
Come accennato, il gold standard per la diagnosi della sindrome in questione è la polisonnografia, un esame che monitora diversi parametri fisiologici durante il sonno: attività cerebrale, respirazione, ritmo cardiaco, russamento, livelli di ossigeno ecc. L’apparecchio medicale con il quale si esegue l’esame è detto polisonnigrafo.
L’esame può essere effettuato in una struttura sanitaria oppure a domicilio; in quest’ultimo caso le opzioni a disposizione sono due: nel primo caso l’apparecchio viene consegnato al domicilio del paziente e applicato dal tecnico incaricato dall’azienda. L’apparecchio sarà poi ripreso il giorno seguente; saranno effettuate quindi l’estrazione del tracciato e la successiva analisi. Nel secondo caso sarà consegnato al paziente un apparecchio da polso; è necessario in questo caso scaricare un’app dedicata sul proprio smartphone. Al momento di coricarsi il paziente indosserà l’apparecchio e avvierà il test. L’app poi invierà i dati registrati durante la notte e questi saranno analizzati dai tecnici.
L’esame non è doloroso e nemmeno invasivo, non comporta rischi e non ha controindicazioni tant’è che può essere eseguito anche su bambini e persone anziane.
Il trattamento
Se viene diagnosticata la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, il medico curante stabilirà la terapia necessaria. In prima battuta, se sono presenti condizioni predisponenti come il sovrappeso e l’abuso di alcolici, suggerirà idonee misure comportamentali.
La terapia d’elezione è comunque la ventilazione meccanica a pressione positiva (CPAP), un trattamento che viene eseguito grazie a un apposito apparecchio che supporta la respirazione. È un piccolo dispositivo dotato di un ventilatore a cui, tramite un tubo flessibile, è collegata una maschera nasale o facciale.
Nei casi particolarmente gravi, è possibile che il medico curante suggerisca l’intervento chirurgico.
